lunedì 21 settembre 2009

E levete a cammesella ... a cammesella gnornò gnornò !!

Giornata movimentata quella della Santanchè.
E' stata aggredita durante una manifestazione contro il burka a Milano.
Una volta tanto sono d'accordo ... l'uso di questo vero e proprio strumento di tortura non è altro che un insulto alla persona. L'annientamento dell'identità e della dignità femminile.



8 commenti:

Alex ha detto...

Ti offro una chiave di lettura diversa.
Lo hijab , il velo, è un simbolo di identità, non è detto che alle donne musulmane pesi portarlo.
Credo che il nostro impegno dovrebbe essere di rendere queste donne libere di scegliere, non impedirgli di metterlo,altrimenti si scambia coercizione con coercizione.
Mia nonna ha sempre portato il fazzoletto in testa e nessuno l'ha mai obbligata.

Unknown ha detto...

Dura e motivata denuncia della Santachè:"Nel tentativo di togliere il velo a quelle coglione di mussulmane mi sono rovinata la manicure!"

Roberto Mangosi ha detto...

Vero. La libertà prima di tutto, ma la religione non dovrebbe nè imporre nè suggerire certe usanze ridicole ed inutili ... come i preti, che impongono alle donne di coprire gambe e spalle in chiesa e poi si trombano i bambini in sagrestia.

Roberto Mangosi ha detto...

@ Briccone
Non so se sia vero anche questo. Ma da entrambe le parti si esagera sicuramente.
Rimango del parere che la religione non dovrebbe agire all'esterno, ma all'interno di una persona.

Lukonrad ha detto...

Mi ricordo a 7 anni una messa (a quell'età la domenica ci dovevo andare, sigh!) in cui il prete additava delle donne in prima fila dicendo "ecco il demonio! Le donne sono il demonio!". Successo davvero, a Tavon (TN) nel non poi così lontano 1983!

Alex ha detto...

Non è solo una questione di religione, ma proprio di cultura, come il turbante per gli indiani, il sari, le vesti colorate delle senegalesi, le piume per gli indios.
facciamo in modo che siano libere di scegliere come vestirsi, impedire di poratre il velo è come impedire di poratre la gonna o la giacca e cravatta :o)

Roberto Mangosi ha detto...

L'ossessione per le donne ed il sesso è un po' il pallino di molte religioni. Il sesso è uno strumento di controllo sociale molto importante, ma è anche una base della vita e dalla sua privazione vengono fuori situazioni orribili, come i preti pedofili, suore acide e maligne, ecc.
Sui vestiti ognuno ha le proprie idee, ma quelle imposte dalla religione spesso comportano sacrifici inutili ... chi porterebbe mai un velo volontariamente con 40° d'estate ?

Alex ha detto...

Ho vissuto molto nei paesi arabi ed il camicione lungo d'estate riparava dal caldo molto più che i pantaloncini e la maglietta, perchè protegge la pelle dall'umidità esterna.
Se fai caso, nei paesi arabi, anche gli uomini portano il turbante d'estate, le donne senegalesi hanno un copricapo di stoffa, le indiane usano il sari che copre anche i capelli estate ed inverno, i tuareg che vivono nel deserto si coprono completamente perchè ciò che ripara dal caldo, ripara anche dal freddo.
Ripeto che non è semplicemente ua questione di religione, ma proprio di cultura.
Il modo di vestire indica un'appartenenza di cui è anche possibile andare fieri, vedi il kilt degli scozzesi :o)
La vera libertà non è mai togliere, ma poter scegliere.
Almeno io la penso così :o)